lunedì 25 gennaio 2016

RENE' MAGRITTE ( PAUL ELUARD )

Gradini dell'occhio
Attraverso le sbarre delle forme

Una scalinata perpetua
Il riposo inesistente
Uno dei gradini è occultato da una nube
Un altro da un enorme coltello
Un terzo da un albero che si disvolge
Come un tappeto
Senza gesti

Tutti i gradini sono celati

Si sono seminate le verdi foglie
Campi sconfinati foreste sottratte
Al tramonto delle balaustre di piombo
Al livello delle radure
Nel latte leggero del mattino

La sabbia abbevera di raggi
I profili degli specchi
Le loro spalle pallide e fredde
I loro sorrisi decorativi

L'albero è variegato di frutti invulnerabili.

lunedì 11 gennaio 2016

IL PASSEROTTO di GIOV. CENCI DA " AFFETTI GENTILI " ED. ?

In tutto il mondo, un uccellin vivace
ardito e furbo, vive
in branchi, degli insetti assai vorace,
tranquillo, all'aure estive

non solo, ma in tutte le stagioni,
e ne le vie e piazze,
negli orti, sui camini e cupoloni,
ed è di molte razze.

Sebben de l'uomo sia concittadino,
pure alla larga sta ;
sempre sospettoso e maliziosino,
co' suoi compagni va.

Sa che l'amor dei grandi va scansato,
per cui usa prudenza ,
sicché di loro è poco innamorato
e non fa confidenza.

L'intimità de' grandi è perigliosa;
e il passero monello
non vuole conseguenza fastidiosa
di mal gradito ostello.

Però se dopo lunghe e tante prove,
trova l'amico schietto,
a lui tutto si dona, e non si move
dal suo desco e letto.

Socievoli fra loro i passerotti,
sempre lor nido fanno;
e in essi cheti cheti e chiotti chiotti,
tranquilli se ne stanno.

A uno, a due e tre, a quattro e in più
a la campagna nuda,
taciti e muti, vanno e giù e su,
per cibo all'aura cruda.

Che cinguettio, e che concerto fanno,
su gli alti e folti pini,
ove concilio fratellevol'hanno,
e al nido i lor piccini!

Come son belli belli quando in su la neve
ci ci, ci ci, cantando,
insieme vanno, e ognuno mangia e beve,
quasi d'amor parlando.

Or chi li pasce in tempo si' crudele?
e chi li veste bene?
essi non hanno foco ne' candele;
dunque chi li sostiene?

Se tu guardi, lettore, in San Matteo,
al capitolo sesto,
con mente pura e senza affetto reo,
e di San Luca il resto;

Gesù ti parlerà dei cari augelli,
e d'un celeste Padre,
che pasce, veste, cura e rende belli,
più che tenera madre;

e per sì belle e care creature,
insegna a noi ingrati,
di fuggir l'ansie in tutte nostre cure,
essendo i molto amati.

A noi di poca fede, s'apra il core
a la più dolce speme;
ch'eterno, saggio e forte, IL Primo Amore
veglia su l'alme insieme.

lunedì 4 gennaio 2016

Siamo diventati proprietà di una gatta di nome Mimì....




Dopo alcuni anni di noiosa solitudine siamo di nuovo diventati proprietà di una gatta. Si chiama Mimì, ha quattro meravigliosi mesi e gestisce con autorità le ore della nostra giornata : pappa, un po' di gioco, riposino, ancora gioco , e poi si decide secondo il tempo e chi c'è in casa al momento. Tralascia per fortuna le piante, ma ama i libri, rosicchiarne la copertina è un impegno a cui si dedica con tenacia ; se sparisce per un po' il primo posto da cercare è certamente dentro una libreria . Non è un tipo da fare le fusa a chiunque, è una tipetta riservata, ma quando si degna di sederti sulle ginocchia ti senti veramente premiato da tanto onore. Speriamo di essere degni anche in futuro di questo meraviglioso regalo.