lunedì 23 marzo 2015

DIALOGO TRA IL FANCIULLO E L'ALBERO FIORITO ( ANGIOLO SILVIO NOVARO)

Oh, la stranezza ! Ieri,
nudo come una trave:
oggi vestito a festa !
E spargi il tuo soave
chiaror per la foresta,
e nei venti leggieri
agiti il tuo vestito
lucente e ricamato,
o, chi te l'ha donato
o, chi te l'ha cucito
cotesto bel vestito
lucente e ricamato?

Parla l'albero fiorito:
Era ottobre, ed io languivo
con in fondo al mio pensiero
una gran malinconia;
venne un vento cattivo,
mi scrollò, mi portò via
il vestito giornaliero
e poi venne la nebbia trista,
fumò tacita, mi avvolse,
mi bendò adagio, mi tolse
il sole dalla vista;
e poi cadde la pioggia grossa,
battiture aspre mi diè,
mi penetrò nell'ossa,
m'immollò da capo a piè,
e poi cadde la bianca neve;
fredda cadde, alta così;
tutta mi cadde addosso,
vivo mi seppellì.
Io tremavo a più non posso:
"Muoio!" dicevo fra me;
ed invece sonno presi
e dormii tanto che mai,
dormii sodo mesi e mesi,
e stamane mi svegliai;
mi svegliai ch'ero vestito
e il sol d'oro era sul prato;
ma chi me l'ha donato,
ma chi me l'ha cucito
cotesto bel vestito
lucente e ricamato,
non lo so, fanciullo mio,
lo sa Iddio.

Nessun commento:

Posta un commento