martedì 18 marzo 2014

IL FIORE SUL TETTO ( ADA NEGRI )

Ieri non c'era. Or vive, tra due vecchi
embrici. Se per poco io m'arrischiassi
sovra il muretto del terrazzo, cogliere
lo potrei. Non ardisco. E' troppo bello
così . troppo mi piace, erto sul gambo,
dalle muffe dei tegoli sgorgante
senza una fronda, ma col serto d'oro
d'un reuccio da fiaba. E' un fior magato.
Il suo germe quassù lo portò il vento.
Il suo nome lo cantano le stelle.
Nulla sa delle selve e dei giardini
sparsi pel mondo : sta, fra tetti e cielo,
felice . al mondo unico fior si crede,
ed io l'amo per questo.

                       Io far di lui
voglio il mio dolce amico; e tutto dirgli
del mio cuore, e con lui ridere e piangere.
Con lui bagnarmi al lume della luna
che sugli embrici scorre come rivo
di freschissimo latte ; abbrividire
alla carezza che li tinge in rosa
sul far dell'alba ; immota al solleone
del meriggio sostar, che li trasforma
in colate di lava incandescenti ;
gioir di rondoni, che nel vespro
in giri e giri senza fine stridono
radendo i tetti con l'oblique penne,
e più stridon più impazzano, e d'un tratto
scompaiono, inghiottiti dalle prime
ombre. Con lui, sin che morrà. Sì breve
d'un fior la vita , e, ahimé ! la mia sì lunga.

Nessun commento:

Posta un commento