sabato 27 agosto 2011

LA CASA DELLA MIA FANCIULLEZZA

LA CASA DELLA MIA FANCIULLEZZA
D'UN TEMPO DI RICCHEZZA AVEVA I SEGNI;
MARMI, FREGI E VOLUTE PIANO PIANO
L'UMIDO DEL GIARDINO CONSUMAVA.

IL GLICINE VIOLETTO ALLA RINGHIERA
IN ESTATE CHIAMAVA I CALABRONI;
LA PERGOLA CON L'UVA "AMERICANA"
D'INTESA CON IL VENTO CHIACCHIERAVA.

IMPARAI L'ELEGIA DEL MIO CUORE,
IN INVERNO AL SILENZIO DEL CORTILE
CON LA NEVE DI NOTTE, CON LA LUNA.

IL FATO VOLLE IL GELO IN QUELLA CASA;
IL FATO VOLLE IL PIANTO, VOLLE IL SANGUE,
E DA ALLORA FUI SOLO ETERNAMENTE.




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